Consiglio Pastorale

Missione del Consiglio

Il Consiglio Pastorale Parrocchiale ha come obiettivo principale promuovere la comunione e la partecipazione dei fedeli alla vita della comunità, sostenendo il parroco nel discernimento pastorale e nella pianificazione delle attività, affinché la missione evangelizzatrice sia vissuta pienamente e in unità.

Conosciamo meglio il Consiglio Pastorale

Quali sono le competenze del Consiglio Pastorale?

  • Ricercare e proporre iniziative pastorali per la crescita spirituale della comunità.
  • Analizzare le esigenze e i bisogni della parrocchia e suggerire interventi adeguati.
  • Coordinare le diverse attività parrocchiali per assicurare coerenza e collaborazione tra i gruppi.
  • Verificare periodicamente i risultati delle azioni intraprese e proporre eventuali miglioramenti.
  • Collaborare con il parroco per programmare eventi formativi e iniziative di carità.
  • Favorire un clima di fraternità e corresponsabilità tra i membri della comunità.

Chi può farne parte

Il Consiglio è composto da:

  1. Laici appartenenti alla comunità parrocchiale, eletti o nominati dal parroco.
    I membri laici devono essere in piena comunione con la Chiesa cattolica e possedere doti di fede solida, integrità morale, prudenza, esperienza e competenza.
  2. Il parroco, in qualità di presidente.
  3. Membri di diritto: vicari parrocchiali, sacerdoti e diaconi diocesani, religiosi e religiose impegnati nella cura pastorale.

Definizione canonica

Natura e funzione 

2. Il CPP è “l’organismo ordinario della comunione ecclesiale, del discernimento comunitario e della corresponsabilità” (IEC 24) dei fedeli, al servizio della missione di una Chiesa «costitutivamente sinodale» (IEC, Proemio, §2), e rappresenta l’intera comunità nell’unità della fede e nella varietà dei carismi e ministeri. Insieme agli altri organi sinodali, esso deve essere «uno spazio aperto, dove ciascuno trovi posto, abbia la possibilità di prendere la parola, sentendosi ascoltato e imparando ad ascoltare» (IEC, Proemio, §6), praticando quel «dialogo» (IEC, Proemio, §15) magistralmente definito da Paolo VI nel III capitolo dell’enciclica Ecclesia suam. Nel CPP, in conformità con i cann.212§3 e 536§2 del Codice di Diritto Canonico, si esprime a titolo consultivo la collaborazione tra i pastori e i fedeli nel discernimento in merito all’attività pastorale della parrocchia, in comunione con il Vescovo e in sintonia con il Piano Pastorale Diocesano:«scrutando i segni dei tempi, il discernimento spirituale permetterà di riconoscere nuove esigenze e di favorire più larghe e inclusive soggettività pastorali» (IEC, Proemio, §6).